12 Ottobre 2016
“Aspettano. Tutto il giorno, senza fare niente“. Alcuni da pochi giorni, altri da settimane, in certi casi da mesi. Sono i profughi sbarcati sull’isola di Rodi, dalla Siria, Iraq, Afghanistan. Quando andiamo a trovarli stanno guardando un vecchio di film di Charlie Chaplin, con un vecchio proiettore che trasmette le immagini su un muro sporco e incrostato. Ammazzano il tempo per come possono, e sperano che l’Unione Europea decida in fretta sulle loro sorti.