Il 20 settembre è l’anniversario della breccia di Porta Pia che nel 1870 mise fine allo Stato della chiesa e al potere del papa re. Il 20 settembre 2011 George W. Bush dichiarava “guerra al terrore” in risposta agli attacchi dell’11 settembre. Il 20 settembre 2016 si apriva a New York l’assemblea generale delle Nazioni Unite. Nelle stesse ore, papa Francesco andava ad Assisi per la quinta giornata di preghiera delle religioni per la pace. È un giorno che dice molto del suo pontificato, della chiesa cattolica, e del rapporto tra religioni e il mondo di oggi.
Sono trent’anni che i papi vanno ad Assisi per confermare l’intuizione di Giovanni Paolo II sul legame tra dialogo interreligioso e pace nel mondo contemporaneo. Nel 2011 andò ad Assisi anche Benedetto XVI, che trent’anni fa non fece mistero a papa Wojtyla delle sue perplessità teologiche sull’evento di Assisi (come ha ricordato nel volume con le sue Ultime conversazioni pubblicato qualche giorno fa). Era il 27 ottobre 1986: era il mondo della guerra fredda; era tre anni prima della caduta del Muro di Berlino, quindici anni prima dell’11 settembre 2001; era prima che (quasi) tutti si accorgessero che nel mondo della “rivincita di Dio” (così definito dallo studioso francese Gilles Kepel) le tesi sull’inevitabile secolarizzazione erano destinate a tramontare, o a valere solo per quella piccola parte di mondo che è l’Europa occidentale.