La misericordia è prima di tutto un attributo divino, spesso affiancato a quello della giustizia. I salmi cantano la misericordia infinita di Dio che non si stanca di intervenire concretamente a favore del suo popolo (cf. Sal 118; 136); essa si esprime in forma eminente con il perdono dei peccati nei confronti di chi si pente (cf. Gion 4,2).
Gesù, nella sua vita e nelle sue parole, è il rivelatore della misericordia di Dio. Conseguentemente, la misericordia diventa una qualifica del discepolo, in contrapposizione alla meticolosa e presuntuosa osservanza della legge dei farisei: “voi pagate la decima sulla menta, sull’aneto e sul cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà” (Mt 23,23). E’ significativa l’insistenza di Gesù su questo tema fondamentale: “andate a imparare che cosa vuol dire: ‘misericordia io voglio e non sacrifici’. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,13).
La pratica della a misericordia affonda le sue radici nella misericordia di Dio e colloca il discepolo di Gesù nel giusto rapporto con Dio e con i fratelli, come è chiaro nella parabola del servo spietato: “non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?” (Mt 18,33): la misericordia ricevuta impegna alla misericordia esercitata che, a sua volta, diventa condizione per continuare ad usufruire della misericordia di Dio.
La misericordia si esprime fondamentalmente nel perdono e nell’aiuto ai bisognosi. Il perdono nasce dal profondo del cuore, nella consapevolezza del perdono ricevuto, e deve essere senza limiti (Mt 18,21-35): nella preghiera che Gesù ci ha insegnato (Mt 6,14s) noi non precediamo il perdono di Dio, ma chiediamo di continuare ad usufruire del suo perdono dopo avere trasmesso agli altri il perdono ricevuto.
L’aiuto ai bisognosi è il terreno su cui saremo giudicati: “… venite … ricevete in eredità il regno preparato per voi … perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare … tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me …” (Mt 25,31-46).
La misericordia, espressione dell’amore al prossimo, è posta accanto all’esigenza di amare Dio: “il secondo [comandamento] è simile al primo … da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti” (Mt 22,34-40). Usando misericordia il cristiano rivela il cuore di Dio e ottiene misericordia per sé: “i misericordiosi troveranno misericordia”.